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Roberto e Alessandro Patrizio
pavimenti alla veneziana
Roberto e Alessandro Patrizio
pavimenti alla veneziana
"Si cerca di dare nuova vita a questi pavimenti immedesimandosi in chi l’ha fatto e cercando di mantenerne l’armonia."
Il pavimento alla veneziana, detto anche “terrazzo” o “battuto alla veneziana” è una particolare tecnica di pavimentazione presente nel triveneto conosciuto fin dagli antichi greci e romani ma diffusosi soprattutto con i Dogi del Settecento. A Venezia, è ancora possibile realizzare e restaurare questo tipo di pavimenti grazie al lavoro artigianale della ditta Patrizio Attilio, un’azienda familiare fondata nel 1973 che perpetua l’arte dei terrazzieri da almeno tre generazioni. Roberto e Alessandro Patrizio recuperano soprattutto pavimenti antichi utilizzando la stessa tecnica e i materiali di un tempo cercando di rispettare, quanto più possibile, la tecnica e lo stile costruttivo. Perché ogni pavimento antico merita rispetto così come l’artigiano che l’ha eseguito. La particolarità di questi pavimenti sta nel legante in calce spenta di sasso di fiume, un materiale oggi difficile da trovare, almeno in Veneto: dopo essere stata cucinata, la calce deve essere invecchiata per almeno due anni prima di essere pronta per essere lavorata. Tale materiale permette una elasticità maggiore rispetto ai pavimenti in cemento, più resistenti ma più soggetti a crepe con gli assestamenti degli edifici. La calce, invece, sopporta meglio le deformazioni senza subire fratture evidenti, aspetto particolarmente utile a Venezia. Benché il terrazzo sia generalmente costituito da materiali poveri, ciò che dona particolare pregio a questi manufatti é la tecnica di lavorazione, più veloce per una semina uniforme o più lunga per fasce e decori fatti con sagome o con la tecnica “a spolvero”, oppure veri e propri mosaici, fatti su carta e poi trasferiti su pavimento. Nei restauri è importante impiegare i materiali antichi, anche in questo caso non sempre disponibili, come la pietra d'Istria. Il sottofondo é costituito da materiali inerti e coccio pesto opportunamente impastati con la calce spenta e successivamente battuto. Ad indurimento avvenuto é la base su cui viene stesa la cosiddetta “coverta” dello spessore di 2/3 cm costituita da inerti, coccio pesto e calce spenta e successivamente battuta. Sopra la “coverta” viene stesa la “stabilitura” (granito di marmo, coccio pesto e calce spenta) dello spessore di un centimetro sopra la quale vengono seminati tutti i granulati, frammenti marmorei e pietre di varia grandezza. Il marmo, precedentemente inumidito, viene pressato tramite dei rulli, chiamati “colonne”, battuto ripetutamente con il “fero da bater”, il “batipalo” e la “lama e martelo” per poi essere levigato e lucidato, ma dopo aver riposato almeno un mese sotto un telo di nylon per impedire che la superficie si asciughi troppo velocemente facendo perdere forza e resistenza. Affidarsi a questi artigiani anche per nuovi pavimenti significa poter realizzare decori e motivi che ricordano la lavorazione antica, studiando e ricreando trame e filettature, (i contorni che seguono i disegni) con infinite cromie e geometrie, inserendo marmi particolari e addirittura il vetro. Mentre oggi si tende ad uniformare tutti gli ambienti, in passato ogni stanza aveva le sue caratteristiche con decorazioni classiche ma sempre molto ricercate. Nei pavimenti alla veneziana ogni opera è diversa dall’altra e personalizzabile anche per i committenti più esigenti.
ditta Patrizio Attilio snc
Cannaregio 683