Si sa, quando qualcosa non c’è, è proprio il momento in cui quella mancanza si sente di più, è più intensa. Non è un caso se i festeggiamenti legati alla luce avvengano nei mesi più bui dell’anno. In inverno, anche a Venezia.
Nella zona del ghetto dal 18 al 26 dicembre si festeggia Hanukkah, che in ebraico significa “inaugurazione” o “consacrazione” ovvero la festa del miracolo delle luci che ricorda l’accessione della menorà, il candelabro a 9 braccia, nel Tempio di Gerusalemme, grazie ad un miracoloso olio che manterrà la luce accesa per otto giorni come le otto braccia del candelabro, oltre a quella centrale.
La festa dura, infatti, otto giorni, ed è molto sentita nonostante non risalga all’epoca della Torah; pertanto, non preveda una sospensione dal lavoro. Un po' come nelle tradizioni natalizie, i bambini ricevono doni. Inoltre, si gioca a Sevivon, la tradizionale trottola ebraica del Hanukkah sulla quale, in ciascuna delle facce è impressa una lettera dell’alfabeto ebraico che compone la frase “Lì avvenne un grande miracolo”. Il dolce tipico della festa è una sorta di bombolone fritto che ricorda l'olio utilizzato per tenere in vita la luce del Tempio.
Un’altra festa dedicata alla luce e particolarmente sentita a Venezia è Santa Lucia, protettrice degli occhi, degli elettricisti e dei bambini. Secondo alcune fonti, le spoglie della Santa furono portate nel 1204 da Costantinopoli a Venezia presso l’Isola di San Giorgio Maggiore dove ogni anno il 13 dicembre molte barche andavano in processione.
Nel 1279 il mare mosso fece perdere la vita ad alcuni pellegrini così i resti furono prima trasferiti dove ora sorge la stazione ferroviaria e successivamente, con la costruzione della stazione, nella vicina chiesa di San Geremia.