Nel sestiere di Cannareggio, all'interno di un palazzo storico abitato dal grande pittore Tiziano, si trova il laboratorio di Mario Berta Battiloro, testimonianza dell'antica arte della lavorazione della foglia d'oro.
Fondata nel 1926 da Mario Berta, questa azienda familiare è stata tramandata con amore alla generazione attuale. Fino alla fine dell'estate del 2024, i coniugi Marino Menegazzo e Sabrina Berta hanno lavorato insieme alle figlie e ad altri colleghi, uniti nell'intento di preservare questa tecnica millenaria. In linea con la Missione del laboratorio, ovvero di "trasformare matericamente i materiali per ricercarne continuamente nuove occasioni d’uso e possibilità di utilizzo, le figlie hanno esplorato e realizzato altre applicazioni della foglia d'oro nell'industria alimentare e cosmetica. La loro iniziativa ha formato una nuova domanda, offrendo la possibilità di incorporare le foglie d'oro, e i loro benefici, nella cucina gourmet e nei prodotti anti-age.
Il processo di creazione della foglia d'oro che trasforma la materia prima in fogli sottilissimi di pochi micron, ha inizio con la fase di fusione. Questa operazione consente di portare allo stato liquido il metallo prezioso, eliminandone tutte le impurità per farlo poi solidificare nella caratteristica forma a lingotto. Tale trasformazione sterica del materiale è propedeutica alla successiva attività di Laminatura, che lo assottiglia trasformandolo in una lamina dalla quale verranno ricavati i singoli quadrati di materia usati nella fase di riempitura per essere impilati uno sull’altro, separati da apposite carte, per essere poi sottoposti alla prima battitura. Le foglie semilavorate così ottenute, tagliate in quattro parti e riposizionate una sull’altra, vengono successivamente sottoposte a una seconda Battitura manuale effettuata dal maestro Marino Menegazzo che le porta allo spessore finale desiderato mediante l'uso di martelli che pesano tra i 3 e gli 8 chilogrammi, in sessioni che possono durare fino a due ore l'una. Ogni lavorazione è diversa e richiede un numero di battute e rotazioni specifico. Da ultimo, con estrema precisione, le foglie sottilissime ottenute vengono tagliate e confezionate nelle apposite custodie.
Il risultato è costituito da lamine d'oro straordinariamente delicate che vengono meticolosamente divise e organizzate a mano. Sono così sottili che anche la respirazione deve essere controllata e regolata per non far volare via le foglie.
Le foglie d'oro di questa bottega adornano capolavori unici, tra cui i mosaici della Basilica di San Marco, le decorazioni del campanile di San Marco, la sfera d'oro in cima a Punta della Dogana e l'iconica Madonnina del Duomo di Milano.
La tradizione dell'artigianato della foglia d'oro è entrata a Venezia da Bisanzio intorno all'anno 1000, per poi fiorire durante il Rinascimento, quando la città divenne un importante centro di artigianato. Venezia ospitava circa 300 doratori e divenne famosa per l'applicazione unica di questo mestiere, utilizzato per impreziosire i vetri e abbellire i sontuosi banchetti delle famiglie aristocratiche. Tuttavia, questa straordinaria tradizione ha subito un declino a partire dal 1700 a causa della concorrenza di alternative più economiche prodotte a macchina. In tempi più recenti, la difficoltà nella ricerca di apprendisti dedicati, ha decretato un'assottigliamento sempre più marcato di questa pratica.
La battitura dell'oro è più di un mestiere: è una pratica antica che richiede dedizione e mentorship, in intima connessione con la natura. Non esistono manuali o corsi per padroneggiare quest'arte, ma solo la saggezza senza tempo tramandata di generazione in generazione. Come spiega Marino Menegazzo, per perfezionare questo mestiere bisogna essere in sintonia con i sottili cambiamenti dell'oro, che è influenzato dal tempo e dalle maree. Necessita anche di una grande dedizione e disciplina, visti i lunghi tempi di apprendimento e la ripetitività dei movimenti.
Oggi, Mario Berta Battiloro è una gemma rara (si potrebbe dire anche unica): l'ultima famiglia di battiloro in Europa. Come annunciato qualche mese fa, purtroppo il laboratorio chiuderà i battenti nel gennaio 2025. Con questa chiusura si presenta la struggente realtà di preservare non solo l'arte della battitura dell'oro, ma anche gli strumenti e le tecniche che hanno definito questo saper fare secolare.
Per onorare questa ricca tradizione e mantenere viva la memoria dei Battiloro, la famiglia sta cercando attivamente di preservare l'eredità del laboratorio. Sperano di trovare una fondazione, un museo, uno spazio espositivo o un'istituzione simile disposta a ospitare gli strumenti e i macchinari, pezzi del patrimonio culturale di Venezia, che risalgono al 1926.
Nell'intraprendere questa ricerca, la famiglia Battiloro vi invita a partecipare.
Se conoscete luoghi od organizzazioni interessate a poter accogliere e valorizzare questi strumenti storici e la ricca storia che portano con sé, contattate Venice Original. Il vostro sostegno potrebbe garantire che l'arte della battitura dell'oro continui a ispirare le generazioni future, permettendo ai valori e alle abilità di questo antico mestiere di perdurare.
Unitevi a noi nel celebrare e preservare l'abilità e il patrimonio del laboratorio Mario Berta Battiloro. Insieme, possiamo onorare una tradizione che ha plasmato il tessuto di Venezia.